Con
il termine “droga” si intende ogni sostanza naturale o artificiale che
modifichi la psicologia o l'attività mentale degli esseri umani. Tale definizione
è stata formulata 50 anni fa. Le droghe allora erano differenti rispetto ad
oggi e a livello legislativo si distinguevano le droghe pesanti dalle droghe
leggere.
Con “dipendenza da sostanza” si intende un disturbo cronico, che comporta ricadute, tali per cui il soggetto tenta di smettere ma senza successo, ricadendo nel problema.
Le sostanze assunte, seppure pericolose, provocano benessere e piacere, spesso molto intensi.
Per essere definiti dipendenti devono presentarsi nel soggetto sintomi mentali, comportamentali e somatici particolari, ovvero: presenza di comportamenti compulsivi di ricerca e assunzione di sostanze, con conseguente spesa di tempo considerevole e notevole riduzione di importanti attività sociali, lavorative e ricreative.
Con il termine compulsivo in psicopatologia si intende un’azione messa in atto anche se non si vorrebbe, quindi contro la propria volontà.
I comportamenti risultano persistenti nonostante le conseguenze siano negative: il tossicodipendente assume le sostanze pur sapendo che gli fanno male.
Tutto questo genera modificazioni a livello del sistema nervoso centrale.
Nel
concetto di dipendenza sono impliciti 2 concetti fondamentali: la tolleranza (la necessità di assumere
via via dosi sempre maggiori per ottenere gli stessi effetti ottenuti durante
le prime assunzioni con dosi più basse; ciò è dovuto al fatto che l'organismo,
col tempo, si abitua alla sostanza) e l'astinenza
(avere una vera e propria sindrome di astinenza e/o assumere la sostanza per
evitare e attenuare i sintomi dell'astinenza).
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