Codici

Dall'analogico al digitale
Pubblicato il 07 novembre 2015 in Comunicazione.

Potremmo chiederci in quale forma e secondo quale modalità avvenga la comunicazione. L’emittente deve scegliere un determinato codice per effettuarla.

Nel caso specifico dell’uomo, alcune idee a livello psichico possono essere codificate e organizzate in articolazioni fonetiche dando origine al codice verbale. (Nella corteccia sono implicate nel linguaggio l’area 44 e 45 di Brodmann, che prende il nome di area di Broca, e la zona posteriore dell’area 22, che prende il nome di area di Wernicke, connesse da un percorso neurale detto fascicolo arcuato.)

Ma per compiere queste operazioni, si deve possedere un certo codice di trasformazione di idee in suoni (lingua) e presupporre inoltre che l’interlocutore lo conosca. Un codice può essere definito come un sistema di segni organizzati da regole specifiche.

Oltre alla distinzione tra codici verbali e non verbali possiamo introdurre l’importante distinzione tra codici analogici e numerici.

Ogni segno è composto da un significante e da un significato. Il secondo è il concetto, l’idea che voglio tere.

Il primo è invece lo strumento che decido di usare per farlo.

Ad esempio le prime modalità di numerazione erano in larga parte analogiche; con l’avvento dei numeri arabi invece siamo giunti ad un modello digitale.

Come possiamo vedere nella tabella riportata a fianco, in queste antiche modalità di numerazione, vi è un rapporto di analogia tra la quantità che voglio indicare e il numero di “stanghette” che devo scrivere per farlo.

Le modalità analogiche sono dunque più intuitive e meno legate a codici appresi ma anche più limitate e meno duttili nel loro utilizzo. 

Per quanto riguarda il passaggio dal primo al secondo tipo di comunicazione, possiamo vedere un esempio istruttivo negli ideogrammi degli antichi egizi.

I primi tentativi compiuti da questa antica civiltà di trasporre in forma scritta la  lingua orale risalgono alla fine del quarto millennio a.C. e sono perciò contemporanei alla formazione del primo regno unitario nella valle del Nilo. In quell’epoca la scrittura geroglifica è caratterizzata da un rapporto di tipo pittografico tra il concetto che si desidera comunicare e il segno scelto per esprimerlo. Vale a dire che a ogni segno corrisponde una parola.

Con l’evolvere della cultura si passa sempre più, nel rapporto significante-significato, da una connessione basata su qualche tipo di somiglianza ad una connessione puramente strutturale, arbitraria. I linguaggi del primo tipo sono detti analogici, quelli del secondo tipo numerici.




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