Mi hanno chiesto di presentare questo interessante e originale libro, frutto della collaborazione assolutamente atipica e originale, tra un bio-informatico, Vincenzo Manca, e uno studioso di Dante e Petrarca, Marco Santagata.
Un’impresa non facile e impegnativa da vari punti di vista.
Infatti ho trovato un libro che ci conduce dagli atomi alle cellule, dai protogenomi al DNA fino ad analizzare la possibilità di leggere in chiave matematica la teoria darwiniana dell’evoluzione, teoria essenzialmente qualitativa che potrebbe così aprirsi ad una corroborazione anche quantitativa dei suoi dati.
Lo sforzo che rende originale questo scritto è compendiato in una frase che ho tratto dalle conclusioni del prof. Santagata. Ci dice:”…perseguivo una quadratura del cerchio: raccontare la complessità senza sfigurarla”.
Direi che l’intento è tutto in questa frase. Cercare di confezionare in modo attraente e fruibile verità scientifiche (e non solo; talvolta ipotesi ardite magari non ancora confermate in ambito scientifico ma utili ad una lettura complessiva delle tematiche trattate) confezionandole entro uno stile, un linguaggio che fosse comprensibile anche dall’uomo comune, dal non scienziato, magari con quel quid di piacevolezza del modello espressivo che può conquistare l’attenzione del lettore ma senza concessioni o digressioni letterarie. (Siamo dentro ad un’esplosione…)
Il prof. Manca ha fornito i dati teorici ed il prof. Santagata li ha predigeriti per noi, restituendoceli in un linguaggio che potesse essere idoneo anche ad un pubblico non specialistico.
Per quanto riguarda la dimensione contenutistica gli autori sono consapevoli che non tutto è conosciuto nell’ambito della nascita della vita ma il tentativo è stato quello di strutturare e di immettere all’interno di un disegno plausibile e coerente tutto ciò che per ora è noto in questo ambito così interessante.
Come prima notazione credo non si possa non essere colpiti da ciò che possiamo leggere pag. 60:
“La trasformazione del DNA in RNA è importante perché mentre il genoma è un deposito inerte di informazioni allo stato potenziale, l’RNA ha la capacità, una volta che le ha fatte sue, di renderle attive trasmettendole ad altri attori che agiscono di conseguenza”
Beh qui, senza voli di fantasia, ritroviamo tutta la ricchezza teoretica di Aristotele, non solo per la classica distinzione tra potenza (DNA) ed atto (RNA) ma anche per l’intuizione che ogni cambiamento presuppone ed è mediato da un mutamento locale o di traslazione, ovvero da un movimento spaziale. Infatti il maturare di un organismo, ovvero i suoi mutamenti sia qualitativi che di sostanza, hanno alla base un RNA messaggero che si sposta materialmente dentro la cellula, insomma da un mutamento di luogo, proprio come ci insegnava il “maestro di color che sanno”.