Possono trascorrere anche molti anni dal tempo delle violenze subite all’azione omicidaria e spesso, il futuro killer, si è nel frattempo completamente dissociato dai traumi che lo hanno investito e può anche aver raggiunto un buon inserimento sociale. Sovente è un nuovo trauma, il fattore scatenante, trauma che tende a riaccendere i vissuti umilianti e abbandonici dell’infanzia e la drammaticità di quegli stati d’animo si riaffaccia minacciosa e virulenta. La sensazione di completa vulnerabilità spinge con forza all’azione nel tentativo di riprendere il controllo della propria vita, delle proprie emozioni, della propria autostima. Uccidere sembra essere, nella mente sconvolta di costoro, l’unico mezzo per dominare paure antiche ed inesprimibili. Come sappiamo, proprio dal senso di una profonda impotenza può sorgere il bisogno imperioso di vissuti onnipotenti e maniacali.
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