Ecstasy è il nome di fantasia dato ad una anfetamina sintetica, la metilen-dioxy-metanfetamina.
La metilen-dioxy-metanfetamina (MDMA) è entrata in uso in Europa e in USA da 25 anni circa. I suoi effetti sono ben conosciuti e descritti dettagliatamente dalla letteratura scientifica. Le basi biochimiche dell’azione della MDMA risiedono principalmente nel sistema nervoso centrale, dove sperimentazioni eseguite sul cervello di ratti, topi e primati (scimmie) indicano (benché si riscontrino alcune diversità tra le varie specie di animali da esperimento) che la MDMA induce il rilascio di dopamina e serotonina.
Nell’uomo, indagini condotte con tecniche radiologiche come la PET (tomografia ad emissione di positroni) sembrano, in linea di massima, confermare questa tesi.
DOPAMINA E SEROTONINA
La dopamina è un precursore della biosintesi della noradrenalina; la sua struttura chimica presenta similitudini con la stessa MDMA e con molte altre amine che agiscono sul sistema nervoso simpatico (per esempio la anfetamina e l’efedrina). La dopamina svolge inoltre un ruolo in distretti diversi dal SNC (per esempio nel rene).
La serotonina ,o 5-idrossitriptamina, deriva dall’amminoacido triptofano ed è chimicamente diversa da una ammina simpaticomimetica. Gli insiemi di neuroni centrali che utilizzano dopamina e serotonina, detti rispettivamente sistema dopaminergico e sistema serotoninergico, regolano molte funzioni, sia fisiologiche che comportamentali e sensoriali.
La dopamina è implicata:
nella genesi del vomito,
nella regolazione della secrezione di alcuni
ormoni,
in patologie come il Morbo di Parkinson ( che può essere spiegabile
come una carenza di dopamina a livello centrale) e la schizofrenia che, al
contrario, deriverebbe da un eccesso di dopamina (è bene però dire che non tutti
i tipi di schizofrenia sono spiegabili col modello semplicistico della
iperattività del sistema dopaminergico). La dopamina sembra inoltre che abbia a
che fare con la genesi e la trasmissione della ’sensazione di gratificazione’,
cioè del piacere.
Invece, a livello centrale, la serotonina regola:
· l’umore (molti farmaci antidepressivi agiscono proprio aumentando la quantità di serotonina a livello delle terminazioni nervose),
· il sonno e veglia.
Alcune sostanze allucinogeno presentano similitudini strutturali con la serotonina, nonché proprietà di stimolazione di alcuni recettori serotoninergici, ed è pertanto probabile che la serotonina sia implicata anche nella percezione di sensazioni allucinatorie.
Questa rappresentazione è molto semplificata. Non si è fatto cenno ai recettori di ciascuno dei due neurotrasmettitori, che sono molti (almeno cinque per la dopamina e fino a quattordici, pare, per la serotonina), nè alle loro molteplici azioni nei vari tessuti in cui sono presenti. Affrontare anche superficialmente tali argomenti ci farebbe perdere di vista lo scopo principale della nostra indagine, che è quello di spiegare gli effetti della MDMA, cosa che adesso siamo in grado di fare.
Siamo ora in grado di riconoscere le interferenze della MDMA con le manifestazioni dopaminergiche e serotoninergiche; le elenchiamo senza preoccuparci di attribuirle rigorosamente all’uno o all’altro neurotrasmettitore.