Nati per credere 1
Partiamo dal rapporto primordiale che gli uomini hanno con ciò che accade attorno a loro e di cui non hanno immediata contezza.
L’ignoto che ci circonda richiede, per poter sopravvivere, spiegazioni, anticipazioni, previsioni. E su questo punto le neuroscienze ancora una volta ci vengono in aiuto. Vorrei suggerire, a chi volesse approfondire questo punto, un libro, “Nati per credere”, davvero bello ed interessantissimo a cura di 3 autori
• Vittorio Girotto
psicologo cognitivo (Università di Venezia)
• Telmo Pievani
filosofia della scienza (Università Bicocca di Milano)
• Giorgio Vallortigara
neuroscienze cognitive (Università di Trento)
Gli uomini hanno una sorta di ossessione per spiegarsi le cose, nel tentativo di fornire una leggibilità, una prevedibilità e un senso agli accadimenti del mondo. Ci sono (dice Vallortigara), dei detettori di causalità, dei rilevatori di causalità che risultano essere innati (spesso attivati dalla semplice contiguità spazio-temporale). Come possiamo intuire questa attitudine è assolutamente utile e adattiva, darwinianamente adattiva.
È importante saper prevedere le cose proprio per poter schivare i pericoli.
Ritroviamo così, sul piano delle scienze empiriche, qualcosa che ci ricorda gli apriori kantiani: la tendenza a ricercare nessi di causa effetto.