I
presupposti dei cambiamenti che osserviamo in questo periodo cruciale della
vita di un individuo, non riguardano solo l’insorgenza di nuove esigenze
affettive e sessuali, ma anche la maturazione di nuove forme di pensiero e il
superamento definitivo dell’egocentrismo infantile.
1)
Vediamo infatti importanti cambiamenti cognitivi perché tra i 9 e i 13 anni, in
quella che possiamo definire preadolescenza, si verifica uno sviluppo mentale
decisivo.
Per
gli individui di questa età assume un ruolo di sempre maggior rilievo la
rappresentazione delle realtà solo possibili, di natura puramente ipotetica.
Mentre
nelle fasi precedenti le ipotesi che l’individuo era in grado di fare vertevano
su dati di realtà, con lo sviluppo del pensiero ipotetico - deduttivo si
possono fare ipotesi a partire da altre ipotesi, evidenziando un grado di
astrazione progressivamente crescente e molto più elevato.
Ad
es. ad 8 anni un bambino capisce e sa prevedere la figura che si può ottenere
facendo ruotare un quadrato di legno su un perno centrale che abbia una matita
fissata su un angolo ma non riesce a immaginare il possibile fuori dalla
realtà, così come egli la vive e la sperimenta. Mentre il fanciullo lavora di
fantasia, ma il suo mondo fantastico è legato e si appoggia alla realtà delle
cose concrete, l’adolescente è ormai in grado di fare ipotesi politiche,
sociali puramente congetturali, che non sono necessariamente realistiche, ma
che sono logicamente ed in astratto, realizzabili.
Per
tornare all’esempio precedente, nel periodo intorno ai 10/11 anni, il ragazzo
riesce a capire anche la figura ottenibile, se la matita non fosse fissata
sull’angolo ma si muovesse contemporaneamente con un meccanismo verso il
centro, mentre la forma quadrata ruota. Il pensiero ipotetico deduttivo si sta
strutturando e costituirà una entusiasmante scoperta che metterà continuamente
alla prova negli anni futuri.
Il
mondo ipotetico, che costituisce la sua nuova meravigliosa scoperta, anzi
meglio la sua nuova e affascinante creatura, lo circonda, lo avvolge e il
giovane, in genere intorno ai primi anni della scuola superiore, finisce per
essere assorbito dai suoi sogni sociali, politici, affettivi e sessuali,
talvolta vivendo una forma di distacco dalla realtà esterna, una sorta di
assorbimento interiore, vissuto dagli adulti come una incomprensibile e
improvvisa introversione.
La
musica con la sua straordinaria capacità di evocare emozioni intense, può
contribuire alla dilatazione emozionale di queste mete fantastiche e dunque può
giocare, in questa età della vita, un ruolo di primaria importanza, una sorta
di colonna sonora ai film che l’adolescente si fa e che preparano, se
adeguatamente declinati in senso generativo, il suo decollo verso la vita.
2)
Anche l’amicizia può iniziare a cambiare le proprie caratteristiche. I
nuovi compagni sono sempre meno ricercati sulla base dell’antica necessità di
avere qualcuno con cui giocare e divertirsi e sempre più per rispondere al
desiderio di avere compagni con cui coltivare ideali e condividere idee ed
esperienze. Un aspetto caratteristico della socialità adolescenziale è il
fenomeno della solidarietà con i coetanei, che può esprimersi in forme molto
diverse: dalla singola amicizia fraterna e disinteressata, fino
all’appartenenza a gruppi ove vige un senso di solidarietà e di appartenenza
anche estremi come ad esempio partiti, sette, gruppi di tifo organizzato, ecc.
dove vediamo espressa, molto chiaramente, la stringente necessità, del giovane,
di soddisfare il proprio senso di appartenenza e di vedere appagato il proprio
fortissimo bisogno di riconoscimento sociale.
3)
Tutto ciò si sposa con la rivendicazione sempre più forte e radicale, di
autonomia e con la richiesta, più o meno esplicita, di poter liberamente
sperimentare. Spesso qui si cela uno dei punti di maggior frizione tra
genitori e figli.
I
valori e il percorso esperienziale degli adulti possono legittimamente ritenere
che una certa scelta sia sbagliata o priva di prospettive concrete, ma i figli
sembrano non voler ascoltare i consigli, i suggerimenti e ancor meno i divieti.
Beh se il percorso intrapreso dal giovane non comporta rischi per la vita o
scelte irrecuperabili per il futuro, è molto importante saper accettare che
un adolescente possa fare i suoi errori. Solo dagli errori si apprende,
(anche in ambito scientifico è così!) e dunque impedire gli errori è un errore
educativo molto grave anche se fatto spesso per amore.
Si
deve capire che impedire gli errori finisce per ostacolare la crescita e
l’avviarsi di un percorso critico che riavvicini il giovane alla realtà, alle
sue leggi, ai suoi limiti.
Il
pensiero utopico e astratto che caratterizza l’adolescenza ha bisogno di tempo
e di prove per trovare una possibile declinazione nella realtà. Solo errori
riconosciuti come tali e supportati dalla presenza discreta e 3 incoraggiante degli adulti, potranno
portare ad un salutare bagno di realismo, da cui, solo, il giovane potrà
ricondurre i suoi sogni verso un’attività desiderante non velleitaria e
illusoria ma fattiva e concreta.
4) Altro punto dolente del rapporto tra adolescenti e adulti
è, talvolta, la loro apparentemente incomprensibile mancanza di gratitudine.
Alcuni genitori, improvvisamente, si accorgono che il loro
dolce e disponibile figlio è divenuto oppositivo, ribelle, pronto a rinfacciare
tutto quello che non va nella loro vita o nel menage familiare, senza valutare
minimamente i grandi sacrifici compiuti da chi lo accudisce e lo ama. Come e
perché accade tutto questo?
Dopo il periodo dell’amore incondizionato per i propri
genitori o almeno verso uno di essi, con una adesione infantilmente assoluta al
mondo valoriale trasmesso dalla famiglia, ai criteri di giudizio intorno a modi
di vivere o di pensare, il giovane entra in rapporto con altri universi
valoriali, con altre ideologie, con altri modelli di vita che gli offrono un
orizzonti di senso assai diversi e nuovi modi di osservare la realtà. Non di
rado egli tende a sperimentare e a far sue queste novità, incuriosito e
interessato dal diverso.
La maturazione del nuovo modo di analizzare le ipotesi, fino
a svilupparne in modo autonomo e immaginario le possibili conseguenze, lo
portano ad avviare un processo di revisione critica delle cose nelle quali
credeva e talvolta a sedimentare un senso di disillusione per quelle norme che
credeva assolute e che ora, improvvisamente, gli appaiono relative e talvolta
discutibili se non completamente sbagliate.
Dal discutere i valori e le idee al discutere il valore delle
persone che le proponevano come assolute il passo è breve e così l’infallibile
parere di babbo e mamma diviene, con dolore e sconcerto da parte dei genitori,
un giudizio del quale diffidare e di cui è possibile fare a meno.
In certi casi l’adolescente può scegliere condotte che lo
distinguano da tutti gli altri, ma in maniera particolare da quel mondo degli
adulti che lo ha deluso e verso il quale giungerà a riconciliarsi solo dopo
aver compiuto i suoi legittimi sbagli e dopo aver fatto le necessarie
esperienze.
In una sorta di incomprensibile irriconoscenza, spesso, si
osservano adolescenti che non valorizzano adeguatamente tutto ciò che i propri
cari hanno fatto per loro, talvolta con grandi sacrifici. Incredibilmente
sembrano solo notare (con espressioni di disillusione che possono arrivare al
rancore), in una sorta di ipertrofia idealistica, ciò che ai propri genitori
manca per essere quei genitori ideali a cui li commisurano e rispetto ai quali
nessuno, probabilmente, potrebbe essere adeguato e all’altezza. Insomma del
bicchiere mezzo pieno essi finiscono per vedere solo il mezzo vuoto, provocando
nei loro cari sconcerto e non di rado, grande amarezza!
5) Infine l’ultimo motivo di frizione tra genitori e figli
sta nell’insorgenza di nuove necessità affettive e correlativamente sessuali
che si affacciano con forza mai sperimentata negli anni della fanciullezza.
Questi bisogni cambiano l’immagine del giovane, il vestiario, gli atteggiamenti
e già in questi ambiti i motivi di attrito e talvolta di scontro sono molti. Ma
la massima intensità dello scontro verte quasi sempre sulle richieste sempre più precoci ed estreme di libertà.
Queste si declinano in richieste di andare in età sempre più precoci al pub con
amici, in discoteca, di poter tornare sempre più tardi la notte, di poter avere
esperienze sessuali sempre più precoci e con sempre meno coinvolgimento
emotivo.
In
questo ambito bisogna capire che i figli devono poter lottare per la loro
libertà.
La
libertà non si regala, la si ottiene cercandola, valorizzandola, capendone le
implicazioni, capendone l’importanza e i limiti ma anche capendo le
responsabilità che ne derivano anche da un suo parziale ottenimento.
I
figli devono lottare per la loro libertà e proprio per questo necessitano di
genitori che siano all’altezza, che non gliela regalino ma che con una certa
fatica gli permettano di conquistarla e di meritarla.
Il
genitore amico, che capisce e concede con troppa facilità non aiuta il figlio a
crescere quanto il genitore troppo repressivo e autoritario che vive e vuol far
viver il proprio figlio fuori dal suo tempo, senza capire il nuovo che avanza e
la società nella quale siamo immersi, volenti o nolenti.
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Tags: gratitudine, amicizia, adolescenza