Si deve indubbiamente a Freud l’aver esplorato il legame tra il simbolismo dei sogni, gli stati psicopatologici, la vita fantastica e i processi primari, caratteristici dell’inconscio. Come si evince dal “Traumdeutung”, i processi caratteristici dell’inconscio sono essenzialmente la condensazione e lo spostamento, mentre il processo secondario, logico, razionale, deduttivo è caratteristico della mente conscia (che più tardi Freud, almeno in una certa misura, farà coincidere con l’IO). Nel 1908 il padre della psicoanalisi tentò una prima interpretazione del fenomeno creatività, riducendolo essenzialmente ad un tentativo di risolvere il conflitto psichico causato da pulsioni non scaricate. Pertanto, nella sua ottica, i desideri insoddisfatti erano la vera forza motrice della fantasia e un ruolo insostituibile lo giocava l’infanzia e come essa era stata vissuta dal soggetto. Con questa chiave di lettura si avventurò anche in tentativi, per la verità non sempre completamente riusciti, di spiegare la presenza di alcuni temi ricorrenti nell’arte di Leonardo. La chiave di volta di questa costruzione teorica era il concetto di sublimazione che permetterebbe ad un soggetto, con una forte pulsione sessuale repressa, di trovare uno sfogo sostitutivo “normale” anziché nevrotico.
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Tags: Creatività, sogni, psicoanalisi