Bullismo

Riflessioni psicologiche sul fenomeno
Pubblicato il 29 aprile 2017 in Conferenze ed incontri pubblici.

“È malvagio…... Quando uno piange, egli ride…. burla perfino Robetti, quello della seconda, che cammina con le stampelle per aver salvato un bambino. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s'inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata, e' sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro".

Così Edmondo de Amicis ci dipinge il “bullo” Franti nel libro Cuore.

“Unde malum” si chiedeva Sant’Agostino, da dove sgorga, da dove sorge il male?

Come aveva intuito il grande filosofo e padre nobile della chiesa, il male deriva da una qualche mancanza, da un deficit. Il male è un di meno di perfezione che impedisce il raggiungimento del bene, la pienezza della dimensione umana.

Tra tutte le diverse forme di male, di devianza, un posto di particolare rilievo ce l’ha il bullismo giovanile.

Il termine BULLISMO è la traduzione italiana dell’inglese “bullying” ed è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per esercitare una forma illegittima di potere su un’altra persona, per dominarla, umiliarla, ridicolizzarla, opprimerla.

La prima causa che porta ad una sottovalutazione del bullismo è che taluno lo confonde con la normale aggressività del vivere sociale.

In realtà quando parliamo di bullismo parliamo di qualcosa di diverso dalla normale conflittualità fra coetanei e di differente anche dagli sporadici episodi di violenza che possono accadere in una comunità.




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Tags: Bullismo, violenza, aggressività
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