Educare all’empatia.
Bisogna poi far
capire ai bambini che le nostre azioni, anche se al momento ci sembrano
irrilevanti, hanno delle conseguenze per noi e per gli altri.
Il modo migliore
per acquisire ed interiorizzare tutto ciò è assicurarsi che nostro figlio
chieda scusa o operi un qualche tipo di risarcimento verso chi ha offeso o
insultato, dopo averlo spinto a calarsi
nei panni dell’altro.
È importante che,
qualunque sia la scelta riparativa, questa
comporti un beneficio per la vittima. Il concetto che si deve far capire è
che, se qualcuno ha sofferto in seguito a certe azioni, questo comporta delle
responsabilità e il dovere di riparare al danno provocato.
La sola punizione non
è sufficiente e non trasmetterebbe lo stesso messaggio.
Così
a poco a poco si passa a quella maturazione emotiva che ci conduce dall’impulso all’emozione, dall’emozione
al sentimento; sono tutte tappe fondamentali della maturazione
psicoaffettiva dell’individuo.
L’impulso
si esprime con il gesto, ad es. tu mi insulti ed io ti do un cazzotto.
I fenomeni del
bullismo, sovente, segnalano una popolazione giovanile ferma all’impulso, anche se non tutti
i fenomeni di bullismo si possono ricondurre semplicisticamente a questa tipologia di personalità primitiva.
Vi
sono delle persone che non sono passate ad una forma superiore di
organizzazione emotiva, che non sono in grado di vivere una adeguata risonanza
emotiva di fronte ad un proprio gesto.
Quando noi
compiamo dei gesti sbagliati dovremmo avere una adeguata risonanza emotiva interna,
ma perché ciò accada dobbiamo avere un apparato psico-emotivo che funziona! E che funzioni
non è solo e tanto dono della natura, ma essenzialmente frutto dell’educazione.
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Tags: Empatia, bullismo, educazione, risonanza emotiva