“ Caro sig. Freud
…mi si offre la benvenuta occasione di dialogare con lei circa una domanda che appare a me, nella presente condizione del mondo, la più urgente fra tutte quelle che si pongono alla civiltà. La domanda è: c’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?
…Gli stati creino un’autorità legislativa e giudiziaria con il mandato di comporre tutti i conflitti che sorgano tra loro…Oggi però siamo lontanissimi dal possedere una organizzazione sovranazionale che sia in grado di emettere verdetti di autorità incontestata e di imporre con la forza di sottomettersi all’esecuzione delle sentenze…La ricerca della sicurezza internazionale implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla propria libertà d’azione, alla propria sovranità, ed è incontestabilmente vero che non vi è altra strada per arrivare a siffatta sicurezza…Come è possibile che la massa si lasci infiammare…fino al furore e all’olocausto di sé?
Una sola risposta è possibile. Perché l’uomo alberga dentro di sé il bisogno di odiare e di distruggere. In tempi normali la sua inclinazione rimane latente, solo in circostanze eccezionali essa viene alla luce…sono perfettamente consapevole del fatto che l’aggressività umana opera anche in altre forme e in altre circostanze (penso alle guerre civili, al fanatismo religioso…)
Molto cordialmente suo
Albert Einstein”
Come si può vedere il grande genio della fisica si pone dei problemi e suggerisce delle risposte di grande attualità e ci ricorda che solo l’estendersi della metodologia democratica, purtroppo così lontana da tanti paesi del terzo mondo, può darci la ragionevole speranza di una riduzione dell’uso della forza. Nei prossimi giorni analizzeremo con attenzione la risposta fornita da di Freud.