Dal punto di vista del meccanismo Freud ha indicato successivamente due ipotesi. La prima si fonda sulla teoria dell’appoggio delle pulsioni sessuali sulle pulsioni di autoconservazione.
Le funzioni non sessuali possono essere contaminate dalla sessualità (per esempio nei disturbi psicogeni dell’alimentazione, della visione, ecc.), così « …le stesse vie attraverso le quali i disturbi sessuali si ripercuotono sulle altre funzioni somatiche dovrebbero servire nel soggetto normale a un altro processo importante.
È attraverso queste vie che si dovrebbe compiere l’attrazione delle forze pulsionali sessuali verso mete non sessuali, cioè la sublimazione della sessualità ».
Con l’introduzione della seconda topica e della fondamentale nozione di narcisismo, viene avanzata una teoria più complessa.
La trasformazione di una spinta pulsionale in una attività sublimata, richiederebbe un tempo intermedio. Durante questa fase si ha un ritiro della libido sull’Io, che rende possibile la desessualizzazione della pulsione.
E’ proprio in questo senso che Freud in L’Io e l’Es, parla dell’energia dell’Io come di una energia « desessualizzata e sublimata », capace di essere spostata su attività non sessuali. « Se questa energia di spostamento è libido desessualizzata, la si può chiamare anche sublimata, poiché, servendo a istituire l’unitarietà o l’aspirazione a essa che caratterizza l’Io, essa si mantiene sempre fedele all’intenzione fondamentale dell’Eros, che è quella di unire e di legare»…………………………
Bisogna tuttavia ricordare che la teoria della sublimazione, è rimasta poco elaborata nel pensiero di Freud e perciò manca di una chiara delimitazione rispetto ai processi limitrofi (spostamento, formazione reattiva, rimozione…).