Per quanto riguarda la regressione oltre il momento della nascita, in quella che è divenuta famosa, grazie a Brian Weiss, come regressione nelle “vite passate” beh ci sono alcune cose da dire.
E’ un punto davvero importantissimo ma più sul piano filosofico, direi epistemologico che sul piano clinico.
E’ questo un punto cruciale che ci propone una duplice insidia, una Scilla e Cariddi che, come ai naviganti dell’antichità, permette poco margine di manovra e un duplice rischio fatale.
Da un lato abbiamo la tentazione di uno scientismo irritante e arrogante che pretende di ridurre al silenzio qualsiasi fenomenologia che sia contraddittoria con i suoi assunti e le sue “verità”. Invece la scienza esiste come avventura entusiasmante, come sfida arricchente, nella misura in cui esiste un oltre, un mistero, che tenacemente si oppone al suo disvelamento. Non ci fosse mistero che bisogno ci sarebbe della ricerca?
E poi siamo con Popper nel ritenere che la verità, da qualche parte, possa anche esserci e magari venire incontrata dalle nostre teorie, ma ciò che non potremo e non dovremo mai avere è l’arrogante pretesa, l’infondata certezza di averla raggiunta.
No, no, la scienza è e deve restare umile, misurata, lontana dall’arroganza degli antichi aristotelici che, su presunte basi razionalistiche, negavano ogni evidenza sensibile che andasse oltre il loro sistema di conoscenze.
Dobbiamo accettare di convivere con il mistero, lasciando che esso vivifichi la nostra mente, la nostra vita, la nostra scienza.
L’altro possibile rischio è la tentazione (in cui secondo me cade Weiss) di voler spiegare anche ciò che è, almeno al momento, non spiegabile. E siccome il salto metafisico è sempre stato il modo di far quadrare i conti, anche Weiss spiega l’inspiegabile con il ricorso a improbabili teorie metafisico-religiose quali la reincarnazione.
Ma basta guardare un attimo alla storia dell’uomo per vedere quante volte la cultura umana abbia prodotto pseudo spiegazioni metafisiche per render conto di eventi che, in quel dato periodo storico, non erano spiegabili in altro modo.
Così i fulmini furono l’effetto di una volontà divina, le eruzioni il segno della rabbia di un dio, i sogni la premonizione che ci giungeva dall’al di là per metterci in guardia su eventi futuri, le malattie mentali la possessione di un demone, ecc. E’ evidente che la religione ha fornito sempre soluzioni fuorvianti agli enigmi naturali.
Io ho fatto esperimenti di ipnosi regressiva su soggetti (non pazienti!) che lo desideravano e ho visto e sentito cose davvero strabilianti ma ciò non mi ha fatto e non mi farà abbandonare la ricerca di spiegazioni scientifiche comprovabili con il metodo galileiano. Tuttavia so che potrebbero tardare anni o forse, chissà, addirittura secoli. Non importa!
Dobbiamo accettare tutto questo, sapere di “non sapere”, senza esserne angosciati ma, come il grande Socrate, facendo di ciò una bandiera dinamizzante la nostra curiosità e la nostra incessante volontà di ricerca.