Il libero arbitrio.

Siamo davvero liberi o determinati?
Pubblicato il 24 aprile 2013 in Psicoanalisi.

L’uomo, a differenza degli animali non dispone di un repertorio istintuale là dove, per istinto, si intenda una risposta comportamentale rigida e predefinita ad uno stimolo. Dove c’è istinto non c’è possibilità di variazione e di conseguenza sono molto limitate anche le possibilità di adattamento da parte dell’individuo mentre la specie, seppur lentamente, può farlo, a condizione che muti e con essa muti il repertorio istintuale di cui essa dispone.
Lo stesso Freud, per parlare dell’uomo, dopo aver usato nei primi scritti “instinkt”, passa a “trieb” (pulsione) ovvero una spinta con meta indeterminata.
Già il linguaggio, che così profondamente caratterizza la specie umana, è ovviamente una mediazione tecnica, non un dato immediato ed istintivo come invece (talvolta) il gesto, ma qualcosa di appreso, di culturale, di acquisito.
Nel Protagora Platone ci racconta che Zeus aveva incaricato Epimeteo (Quello che viene dopo, L’improvvido) di attribuire ad ogni specie animale le sue virtù (intese come forza, come capacità). A tutti i viventi egli concesse qualità in abbondanza ma, giunto all’uomo, egli non ne aveva più disponibili. Zeus, mosso a pietà, incaricò Prometeo (Colui che pensa in anticipo) affinché rimediasse in qualche modo. Egli concesse all’uomo di anticipare mentalmente i suoi atti, di progettare. Come dirà più tardi Hobbes, mentre gli animali hanno fame, l’uomo è famelico perché non ha solo fame ma prevede la sua fame futura.
Dunque l’uomo non ha istinti o, comunque, non ne ha in misura adeguata a consentirgli la sopravvivenza. L’uomo è un animale carente e poco attrezzato biologicamente ma proprio questa sua debolezza costitutiva è una precondizione per lo sviluppo della sua enorme forza cognitiva. In questa ottica gli usi, i costumi e le diverse tradizioni culturali risultano essere una sorta di compensazione, di strumento sostitutivo nella eterna lotta per la vita.
Il sapere e i suoi sedimenti tramandati sia oralmente che in forma scritta, possono esser visti come ciò che resta degli esperimenti culturali riusciti e vincenti, il repertorio delle pratiche che si sono rivelate vincenti. Così la tradizione è il lascito che le generazioni precedenti donano ai propri discendenti in modo che non debbano sempre ripartire da capo nell’analisi di ciò che è opportuno fare in determinate circostanze.



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Tags: libertà, libero arbitrio, determinismo, istinti, pulsioni
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