Il ritorno su Itaca

“La mancanza di qualcosa che si desidera è un a parte indispensabile della felicità” Russel
Pubblicato il 29 giugno 2013 in Psicoanalisi.

Finchè ho un desiderio ho una ragione per vivere. La soddisfazione è la morte” G. Bernard Shaw


In Lacan "nome del padre" è il simbolo della legge non scritta, la legge che fonda la comunità umana, la legge che proibisce l’incesto. Il desiderio incestuoso è la radice originaria del desiderio, il desiderio nella sua assolutezza smodata. La brama di avere tutto, di godere di tutto, di potere tutto. Esso cioè rifiuta l’esperienza umana del limite. Il "nome del padre" introduce l’impossibile nella dimensione umana, se vogliamo traduce il principio di piacere in principio di realtà, pone un freno: non sono tutto, non posso avere tutto, non posso godere di tutto. Questo è alla base di ogni civiltà. E’ l’esperienza del no!

Ma il padre non si limita ad introdurre l’impossibile, fa germinare dall’impossibile la facoltà del desiderio. Dall’esperienza dell’impossibile si può fare esperienza della possibilità del desiderio, di una volontà aperta e desiderante.

“Si dice che il desiderio è il prodotto della volontà ma in realtà è vero il contrario: la volontà è il prodotto del desiderio”. Diderot

La trasmissione del desiderio oggi è carente perché i padri non sono più in grado di svolgere il loro ruolo simbolico, e così è venuta a mancare la trasmissione del desiderio nella sua dimensione generativa. Dobbiamo sottolineare che il desiderio non è il capriccio, il desiderio testimoniato dal "nome del padre" non vuol dire potere tutto, fare tutto ciò che si vuole. Il desiderio che si può e deve trasmettere nelle generazioni, questo desiderio che non è arbitrio, unisce il desiderio e la "legge". Insomma non si deve intendere la "legge" come contrapposta al desiderio ma essa plasma il desiderio rendendo possibile il piacere in una dimensione produttiva, creativa, generativa e non mortifera. Il ritorno di Ulisse da una lontananza pericolosa, abbandonica, che ha reso possibile la lunga notte dei proci, è indispensabile e ad un tempo impossibile spiegando lo scacco e l'infelicità del nostro tempo. La nostra società ha un bisogno struggente del ritorno del padre nella sua insostituibile valenza simbolica, che sola ci salva dalla disumanizzazione, dalla regressione narcisistica e dalla disperazione depressiva.

Continua



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Tags: Lacan, nome del padre, padre, depressione, desiderio.
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