Per un soggetto con personalità narcisistica, il “bene” è rappresentato solo dai propri bisogni, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo; il “male” è rappresentato dall’impossibilità di raggiungere il soddisfacimento dei propri desideri e quindi dalla mancanza di gratificazione. Pertanto il suo sistema morale si fonda sul proprio benessere e sul proprio piacere.
In termini di strutture intrapsichiche si potrebbe dire che la funzione che dovrebbe svolgere il Super-io, (che in tali soggetti risulta essere scarsamente integrato e primitivo) viene assolta dall’ideale dell’Io, e i comportamenti e le azioni che dovrebbero essere mediate dall’Io e dal processo secondario (principio di realtà), vengono guidati dall’Es e dal processo primario (principio di piacere). Da tutto ciò può derivare una grave forma di disumanizzazione. Questo termine indica un atteggiamento gravemente negativo verso un altro essere umano e un modo di trattarlo privo di empatia per la condizione dell’altro ed in particolare per la sofferenza dell’altro. Talvolta a tutto ciò può accompagnarsi il piacere di procurare dolore nell’altro. La disumanizzazione è mossa da affetti quali la rabbia e la collera.
La rabbia del narcisista può avere una duplice origine: da un lato può scaturire da un danneggiamento della grandiosità originaria, dall’altro può derivare dalla perdita del controllo e dalla rottura della fusione con l’oggetto idealizzato onnipotente. La rabbia dunque può essere connessa sia a una ferita narcisistica che a un tentativo di ristabilire, in modo aberrante, l’integrità del Sé. Essa può essere canalizzata in attività violente (sessuali e non) in cui la mancanza di empatia con la condizione dell’altro può mettere l’individuo narcisista in condizione di compiere azioni riprovevoli e talvolta terribili.